Anche a Rimini, a partire dal 3 novembre 2008, entreranno in vigore i tanto temuti T-Red, ovvero gli apparecchi elettronici installati sopra le intersezioni semaforiche ed utilizzati per rilevare quando l’automobilista passa con il rosso. Trattasi di vere e proprie telecamere in funzione giorno e notte, da qui il nome Vista-Red.
E’ di pochi giorni addietro lo scandalo degli appalti truccati, scoperto dalla Guardia di Finanza di Milano, in base al quale le aziende fornitrici dei cosiddetti T-Red ricevevano dal Comune, quale corrispettivo per il noleggio dell’apparecchio, una percentuale sulle multe irrogate: va da sè, che queste macchinette infernali venissero tarate in modo tale da incassare maggior denaro a scapito dell’ignaro automobilista.
Sperando che uno scandalo di simili proporzioni rimanga un fatto isolato, ricordiamo agli utenti quali saranno le intersezioni spiate, 24 ore al giorno, dall’occhio del “grande fratello comunale”:
Viale Roma-Viale Tripoli, Via Pascoli-Via Ugo Bassi, Via della Repubblica-Via Flaminia Conca, Via delle Rimembranze-Via Marradi.
Secondo quanto è dato sapere, il T-red o Vista-red sarà tarato prevedendo un intervallo di 6 secondi di semaforo giallo in modo da permettere all’automobilista di orientare il proprio comportamento e, quindi, arrestarsi immediatamente al giallo oppure tentare la sorte rischiando di essere filmati, ergo, sanzionati.
Tra l’altro, è bene ricordarlo, le sanzioni previste saranno molto salate prevedendo multe di circa 148 euro ed una decurtazione di 6 punti dalla patente di guida. Ma non è tutto: infatti, i recidivi, ovvero coloro che saranno “pizzicati” per due volte nel corso di due anni, potranno vedersi ritirata la patente per 3 mesi!
A questo punto, tralasciando commenti personali circa l’utilità di simili strumenti, ci si augura che i Giudici di Pace Riminesi non siano colpiti da una nuova ondata di ricorsi come, peraltro, già avviene in quelle città ove da tempo vige il “photo red”.
Il Giudice di Pace di Rimini è letteralmente sommerso, e lo sarà purtroppo per molto tempo ancora, dai ricorsi contro le sanzioni del cosiddetto “Vigile Elettronico“.
La ragione è presto individuata: il cittadino, lungi dal sentirsi tutelato dalla “propria” amministrazione comunale, ha la spiacevole sensazione di essere utilizzato quale mero strumento per fare cassa!
Da più parti, è stata richiesta maggiore trasparenza da parte dell’amministrazione comunale nella gestione di questi strumenti; si è chiesto, per esempio, l’installazione di orologi in prossimità dei varchi “controllati”, in modo da consentire all’utente-cittadino della strada di orientare la propria condotta a seconda dell’effettivo orario riportato sul pannello.
Esiste, infatti, una radicale ed assoluta impossibilità per il cittadino, che intenda rispettare gli orari di accesso alla zona a traffico limitato, di avere la certezza che non incorrerà in una sanzione amministrativa.
Non è possibile sincronizzare il proprio orologio con quello del vigile elettronico e, pertanto, non è ammissibile pensare che, anzichè essere l’amministrazione gravata dall’onere di rendere noto ai cittadini automobilisti quando siano raggiunti gli orari in cui è consentito l’accesso, debba essere costretto l’utente, per evitare sanzioni, ad attendere oltre il limite previsto per l’accesso per poter tranquillamente accedere alla zona a traffico limitato.
Perchè, allora, non mettere un orologio che segni un orario uguale per tutti?
Tra l’altro, è bene sottolinearlo, in tutti i casi in cui il Giudice di Pace Riminese sia stato investito da ricorsi avverso multe irrogate in orari “limite”, la sua decisione è sempre stata favorevole al ricorrente; tuttavia, nonostante il consolidato orientamento, a pagare è sempre l’utente il quale si vede recapitare la contravvenzione anche quando, quanto meno il buon senso, richiederebbe il contrario.
Accade, invece, che il cittadino sia costretto a difendersi, con conseguente perdita di tempo e di soldi, senza essere mai risarcito: forse, in questi casi, i Giudici di Pace dovrebbero avere il “coraggio” di condannare la troppa leggerezza dell’amministrazione attraverso, per esempio, la condanna alle spese legali!
Invece, anche in caso di “vittoria”, il cittadino avrà perso sempre e comunque….
Non vi sono dubbi, poi, che maggiore trasparenza sarebbe realizzata qualora venisse posto sul divieto un segnale luminoso (una banale luce rossa o verde, per intenderci) che indichi al cittadino quando poter o meno accedere alla Ztl.
Perchè non mettere il cittadino al riparo da ingiuste sanzioni e nella condizione di conoscere preventivamente come regolare il proprio comportamento?
Forse, trasparenza e informazione non vanno d’accordo con bilancio comunale?